Anche se non esiste ancora una definizione generale di architettura sostenibile, gli esperti definiscono una serie di attività e un approccio peculiare ai progetti immobiliari che hanno come scopo la riduzione al minimo delle conseguenze negative che l’attività edilizia ha sull'ambiente, sia a breve che a lungo termine. Un modo di progettare che potrebbe anche contribuire al benessere della collettività, oltre che dell'ambiente. Secondo l'International Union of Architects, l'architettura può infatti “contribuire a sviluppare comunità sostenibili e alla qualità della vita. Tuttavia, quanto costruiamo è anche parte delle sfide di oggi, come il maggiore consumo di energia e delle risorse naturali e la produzione di rifiuti. Inoltre, il nostro modo di costruire può esacerbare le ineguaglianze sociali e intaccare la salute”.
Le imprese che lavorano nel settore che vogliono seguire questi scopi devono quindi tenere conto di diversi aspetti: dall'uso responsabile delle risorse all’utilizzo di tecnologie non inquinanti. Essere consapevoli degli impatti che questo genere di attività produce sull'ambiente ha portato alla redazione di diversi protocolli e sistemi di certificazione, tra cui la norma Sustainability in building construction, il Building Research Establishment Environmental Assessment Method (Breeam), il Green building council's Leadership in enviromental design (Leed) negli Usa e il Code for sustainable homes nel Regno Unito.
La spinta al cambiamento è arrivata da tre personaggi coinvolti: cittadini, investitori e soggetti coinvolti nella valutazione degli immobili. Per i residenti, la domanda per immobili cui è assegnato un buon punteggio di sostenibilità cresce man mano che gli standard del settore vengono fissati. Oltre alle richieste più tipici come energia, acqua e uso dei rifiuti, il Covid-19 ha aumentato la domanda di caratteristiche relativi alla salute come una buona qualità dell'aria e ventilazione, l'accesso indipendente, i servizi sanitari come palestre e spazi.
Anche tra gli investitori, l'attenzione nei confronti dei fondi immobiliari classificati ai sensi dell'articolo 8 o dell'articolo 9 del Regolamento sull'informativa sulla finanza sostenibile (Sfdr) dell'Ue è migliorata. “L'approccio più semplice è quello di acquistare edifici già certificati, creando un 'green premium' (che porta a valutare maggiormente gli immobili di qualità, più duraturi nel tempo e efficientati dal punto di vista energetico, ndr) o un 'brown discount' maggiori”.
Per gli investitori sono diverse le implicazioni che nascerebbero nel caso in cui si registrasse un ritardo nelle operazioni di 'greening', dato che questo potrebbe pesare sui rendimenti “in una maniera molto maggiore” rispetto ai costi della transizione, tra i quali quelli operativi, assicurativi e di manutenzione negli anni a venire. Gli edifici sostenibili potrebbero inoltre portare “a risparmi medi capaci di ripagare l'investimento iniziale”.